Approccio al cavallo in libertà
Per il cavallo che vive nella solitudine del box è facile scegliere l’uomo come compagnia, cosa invece che dobbiamo guadagnarci quando l’animale viene inserito all’interno di un branco o in paddock . I nostri incontri non dovranno essere volti solo al lavoro ma prima di tutto alla relazione con l’animale.
Con questo articolo voglio sottolineare l’importanza che ha il momento in cui andiamo a prendere il cavallo in paddock perché dall’attenzione che vi poniamo e da come ci muoviamo capisce le nostre intenzioni e il livello di comunicazione che siamo in grado di fornire. Tanto più dimostriamo di saperci muovere in risposta a un linguaggio comune e tanto più saremo da lui tenuti in considerazione.
Quando andiamo al prato prendiamoci il tempo di condividere questo spazio e condividerne con il nostro amico , impariamo quindi ad osservarlo e ad avvicinarci nella maniera più appropriata .
Alla nostra presenza nel suo spazio il cavallo potrebbe reagire in modi differenti.
- Il cavallo si avvicina spontaneamente per salutarci e lo farà con approcci diversi a seconda del suo carattere e stato d’animo , potrà accoglierci infatti in maniera cordiale, dominante, oppure diffidente.
- Nel primo caso il cavallo si avvicinerà gentile e socievole , ci saluterà senza invadere il nostro spazio personale, con le orecchie in avanti e un linguaggio del corpo ‘ garbato’ . Salutiamolo felici, è un ottimo inizio; godiamoci qualche momento di relax attraverso lente carezze o facendogli brucare l’erba prima di cominciare il lavoro.
- Il secondo caso è quello in cui il cavallo venga verso di noi in maniera dominante ,invadendo il nostro spazio personale, orecchie in dietro spingendoci con la spalla che orienta nella nostra direzione ,più o meno materialmente. In questo caso non dobbiamo arretrare ma difendere la nostra posizione e , se necessario, mandarlo via prendendoci noi stessi in suo spazio. Al suo successivo avvicinamento mostriamoci decisi a mantenere il nostro spazio personale fermandolo a distanza facendo noi stessi un passo in avanti . Se il cavallo questa volta è gentile, salutiamolo soddisfatti.
Ma come difendere il nostro spazio attraverso il linguaggio del corpo? Crediamo nelle nostre capacità, riempiamoci di energia immaginando di divenire più grandi e più alti,se serve possiamo alzare le mani verso il cielo per sembrare ancora più minacciosi e in questa posizione fare un passo deciso in avanti. Meglio avere con sé un “prolungamento” del corpo come una corda o una frusta che ci aiuti nel caso di cavalli troppo invadenti.
- Il terzo caso è quello in cui il cavallo si avvicina perché incuriosito, ma con timore di entrare nel nostro spazio. Dobbiamo ancora una volta osservare e dedurre il suo stato emotivo ad ogni nostro movimento per non metterlo in difficoltà. Sappiamo che istintivamente il cavallo si allontana dalle pressioni che gli si avvicinano ed è attirato da quelle che gli si allontanano. Avanziamo per salutarlo, amichevoli e calmi. A ogni sua incertezza fermiamoci, e se vediamo che l’approccio causa ansia all’animale , arretriamo. Vederci arretrare gli farà capire che non deve temerci come predatori, prenderà fiducia in noi e in se stesso e eserciteremo un’attrazione su di lui, rendendo più facile la riuscita del prossimo tentativo.
Ripetiamo l’approccio più volte sino a quando il cavallo non si rasserena e non sarà lui stesso a venirci in contro; si tratta delle basi di un fruttuosa relazione insieme.
- Se non viene a salutarci?
Il nostro cavallo non manifesta interesse nei nostri confronti perché non ci trova interessanti , piacevoli oppure per paura.
Nei primi due casi dovremmo chiederci cosa esattamente sbagliamo, se l’avvicinamento o se il cavallo non gradisce il lavoro che in genere gli proponiamo. Nel secondo caso dobbiamo lavorare sulla fiducia e il caso è simile a quello del cavallo timido.
Si utilizza la tecnica di avvicinamento e ritirata in cui ci si avvicina sino ad ottenere una risposta di attenzione da parte del cavallo, ma non tanto da respingerlo, per poi allontanarsi invitandolo a seguirci. A seconda dello stato d’animo e personalità del cavallo si può arretrare in linea retta o muovendosi a spirale, più invitante per un timido. Il tempismo nell’interrompere l’avvicinamento quando il cavallo ci pone attenzione è fondamentale.
Se ancora non ci pone attenzione e sappiamo che il nostro cavallo è un tipo dominante, esigiamo più rispetto avanzando decisi nella sua direzione con l’intenzione di spostarlo ,premiamo ogni segnale di attenzione interrompendo la ‘ presa di territorio’.
ATTENZIONE, accertiamoci che non sia impaurito da noi prima di respingerlo, in questo caso otterremmo solo una conferma delle sue paure nei nostri confronti . Appena abbiamo ottenuto la sua attenzione riproviamo a salutarlo e a fargli qualche carezza.
L’OBIETTIVO è che sia il cavallo a scegliere di venire con noi , non perché non ha altre possibilità ma perché ne siamo degni. Un consiglio: concentratevi sulla leadership stando attenti a non divenire dominanti.
Infine ma non meno importante, per non pentirsi di essersi fatto prendere, il cavallo dovrà trovare piacevole il tempo che passeremo insieme. Ricordiamoci di lavorare sulla relazione , cercando quel senso di benessere che si prova nello stare insieme di comune accordo. Anche farsi cavalcare deve essere un piacere per il cavallo: non dobbiamo provocargli dolore con l’utilizzo di selle non adatte o montando con assetto non corretto,lavoriamo invece sulla leggerezza e in accordo con la biomeccanica ed equilibrio dell’animale .
Giulia Gaibazzi