Approccio al cavallo in libertà

30.01.2015 08:44

 

Per il  cavallo che vive nella solitudine del box è facile scegliere l’uomo come compagnia, cosa invece che dobbiamo guadagnarci quando l’animale viene inserito all’interno di un  branco o in paddock .  I nostri incontri non dovranno essere  volti solo al lavoro ma prima di tutto alla relazione con l’animale.

Con questo  articolo voglio sottolineare l’importanza che ha il momento in cui andiamo a prendere il cavallo in paddock perché dall’attenzione che vi poniamo e da come ci muoviamo capisce  le nostre intenzioni e  il livello di comunicazione che siamo in grado di fornire. Tanto più dimostriamo di saperci muovere in risposta a un linguaggio comune  e tanto più saremo da lui tenuti in considerazione.

Quando andiamo al prato prendiamoci il tempo di condividere questo spazio e condividerne con il nostro amico , impariamo quindi ad osservarlo e ad avvicinarci nella maniera più appropriata .

Alla nostra presenza nel suo spazio il cavallo potrebbe reagire in modi differenti.

  1.  Il cavallo si avvicina spontaneamente per  salutarci e lo farà  con approcci diversi  a seconda del suo carattere e stato d’animo , potrà accoglierci infatti in maniera cordiale, dominante,  oppure diffidente.

 

 

  • Nel primo caso il cavallo si avvicinerà  gentile  e socievole , ci saluterà senza invadere il nostro spazio personale, con le orecchie in avanti e un linguaggio del corpo ‘ garbato’ .  Salutiamolo felici, è un ottimo inizio; godiamoci qualche momento di relax attraverso lente carezze o facendogli brucare l’erba prima di cominciare il lavoro.

 

  • Il  secondo caso è quello in cui il cavallo venga verso di noi in maniera dominante ,invadendo il nostro spazio personale, orecchie in dietro spingendoci con la spalla  che orienta nella nostra direzione ,più o meno materialmente.  In questo caso non dobbiamo   arretrare ma difendere la nostra posizione e , se necessario, mandarlo via prendendoci noi stessi in suo spazio.  Al  suo successivo avvicinamento mostriamoci decisi a mantenere il nostro spazio personale fermandolo a distanza facendo noi stessi un passo in avanti . Se il cavallo questa volta è gentile, salutiamolo soddisfatti.

 

Ma come difendere il nostro spazio attraverso il linguaggio del corpo? Crediamo nelle nostre capacità, riempiamoci di energia immaginando di divenire più grandi e più alti,se serve possiamo alzare le mani verso il cielo  per sembrare ancora più minacciosi e in questa posizione fare un passo deciso in avanti. Meglio avere con sé  un “prolungamento” del corpo come una corda o una frusta che ci aiuti nel caso di cavalli troppo invadenti.

  • Il terzo caso è quello in cui il cavallo si avvicina perché incuriosito, ma con timore di entrare nel nostro spazio. Dobbiamo ancora una volta osservare e dedurre il suo stato emotivo ad ogni nostro movimento per non metterlo  in difficoltà. Sappiamo che istintivamente il cavallo si allontana dalle pressioni che gli si avvicinano ed è attirato da quelle che gli si allontanano. Avanziamo per   salutarlo, amichevoli e calmi. A ogni sua incertezza  fermiamoci,  e se vediamo che l’approccio causa ansia all’animale , arretriamo.     Vederci arretrare gli farà capire che non deve temerci come predatori,  prenderà  fiducia in noi e in  se stesso e eserciteremo un’attrazione su di lui, rendendo più facile la riuscita del  prossimo tentativo.  

Ripetiamo l’approccio più volte sino a quando il cavallo non si rasserena e non sarà lui stesso a venirci in contro; si tratta delle basi di un fruttuosa relazione insieme.

 

  1. Se non viene a salutarci?

 

 

Il nostro cavallo non manifesta interesse nei nostri confronti perché non ci trova interessanti , piacevoli oppure per paura.

Nei primi due casi dovremmo chiederci cosa esattamente sbagliamo, se l’avvicinamento o se il cavallo non gradisce il lavoro che in genere gli proponiamo.  Nel secondo caso dobbiamo lavorare sulla fiducia e  il caso è simile a quello del cavallo timido.

Si  utilizza la tecnica di avvicinamento e ritirata in cui ci si avvicina sino ad ottenere una risposta di attenzione da parte del cavallo, ma non tanto da respingerlo, per poi allontanarsi invitandolo a seguirci.       A seconda dello stato d’animo e personalità del cavallo si può arretrare in linea retta o muovendosi a spirale, più invitante per un timido. Il tempismo nell’interrompere l’avvicinamento quando il cavallo ci pone attenzione è fondamentale.

Se  ancora non ci pone attenzione e sappiamo che il nostro cavallo è un tipo dominante,  esigiamo  più rispetto  avanzando  decisi nella sua direzione con l’intenzione di  spostarlo ,premiamo ogni segnale di attenzione interrompendo la ‘ presa di territorio’.

ATTENZIONE, accertiamoci che non sia impaurito da noi prima di respingerlo, in questo caso otterremmo solo una conferma delle sue paure nei nostri confronti . Appena abbiamo ottenuto la sua attenzione riproviamo a salutarlo e a fargli qualche carezza.    

                                                                                                                                                                                                                                                            L’OBIETTIVO è che sia il cavallo a scegliere di venire con noi , non perché  non ha altre possibilità ma perché ne siamo degni. Un consiglio: concentratevi sulla leadership stando attenti a non divenire dominanti.

                                                       comortamento del cavallo gaibazzi giulia

                                                              

Infine ma non meno importante, per non pentirsi di essersi fatto prendere, il cavallo dovrà  trovare piacevole il  tempo che passeremo insieme.  Ricordiamoci  di lavorare sulla relazione , cercando quel senso di benessere che si prova nello stare insieme di comune accordo.  Anche farsi cavalcare deve essere  un piacere per il cavallo: non dobbiamo provocargli dolore con l’utilizzo di selle non adatte o montando con assetto non corretto,lavoriamo  invece sulla  leggerezza e in accordo con la biomeccanica ed equilibrio dell’animale .

 

                                      

                                                                                             Giulia Gaibazzi